top of page

Traslochi d'artista

  • Immagine del redattore: Angela Catrani
    Angela Catrani
  • 5 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Ericavale Morello, Traslochi d'artista, Camelozampa 2025
Ericavale Morello, Traslochi d'artista, Camelozampa 2025

Marzo 2023, dopo una sfinente giornata di fiera, mentre mi apprestavo ad andare a dormire mi arriva una telefonata da Ericavale Morello: "Eureka! Ho trovato l'idea! E se traslocassero le ditte degli artisti?"

Non ci avevo capito nulla. La lasciai al suo entusiasmo e andai a dormire.

Invece il giorno dopo, di nuovo in fiera, mi trascinò in un angolo e mi spiegò cosa aveva in mente.

Ed era la geniale idea che trovate in questo libro.


Morello gioca con l'arte: ma lo fa solo dopo averla introiettata, dopo averne preso, spesso letteralmente, le misure.

Credo ci sia, nello smontare e rimontare il quadro famoso, come vediamo subito in copertina con la celeberrima opera di Henri Matisse La danse, il bisogno urgente di mettere le mani in pasta, di confrontarsi con l'opera per potere andare oltre.

Henri Matisse, La danse, 1909, MoMA, New York
Henri Matisse, La danse, 1909, MoMA, New York

Il riferimento è chiaro e diretto, eppure c'è una forza, in questi rifacimenti e citazioni di Morello, che spesso manca in ogni altro artista che abbia voluto citare "quello famoso": Ericavale gioca, si diverte, e vuole far giocare e divertire il suo pubblico, piccolo o grande che sia.


Il processo creativo ha bisogno di un pubblico con il quale comunicare, con il quale intraprendere un percorso di sguardi, di ammiccamenti, di parole, di azioni.

Si crea perché ci si vuole far vedere, perché si vuole dire a voce alta (e l'espressione con cui si crea passa dalla comunicazione visiva a quella sonora, dalla musica alla danza, al gesto attoriale, alla scrittura) CI SONO.

Morello offre qualcosa di più: dice "giochi con me"?


È un giocare coltissimo, come in questo Traslochi d'artista, che però ha talmente tanti livelli di lettura che può essere letto e guardato (e capito!) anche da chi non conosca l'arte o sia in fase di apprendimento.

È un giocare a lungo, in cui ci si perde anche, per i tantissimi riferimenti al mondo degli artisti rappresentati.

È un giocare ridendo moltissimo, e l'ironia è sicuramente la cifra stilistica di Morello, questo spostarsi sempre un po' verso il grottesco, questo ammiccare verso l'assurdo.


Traslochi d'artista è un libro eccezionale e lo è, anche, per la possibilità che Ericavale Morello ci offre, perché ci permette di essere dissacranti, di giocare con il maestoso e la deità che spesso si accompagna all'artista famoso.


Solo quando si può prendere in giro si inizia sul serio a voler bene.


Questo fa, Ericavale Morello: ci insegna a voler davvero bene all'arte.


 
 
 

Comments


bottom of page